Uno stile inconfondibile, quello di Felicia Lamanuzzi,sia come
architetto sia come artista, capace di
restituire nella contemporaneitą l’atmosfera
arcana di antiche costruzioni, con l’intervento di
video-proiezioni e della fotografia d’autore.
“Penso – dice – che l’ Arte possa essere il primo
passo verso la riappropriazione della cittą…
L’ Arte in quanto occasione per porre domande,
avanzare riflessioni, richiedere attenzione.
L’ Arte in quanto tensione alla felicitą.”
Lei, nativa della Puglia, nella terra di origine di un
maestro come Mario Botta, muove le superfici
esterne delle costruzioni con simboli-segnali
quasi rituali che introducono agli interni dove
sole, aria, luce giocano con la vita e la Natura,
addensando emozioni subliminali.
Nella installazione d’artista di fronte al Municipio
di Stabio, cittadina della Svizzera italiana (da cui
sono derivati spunti di altre composizioni d’arte
per le mostre successive) il colore audace rende
chiaramente visibili le forme austere della “casa”
trasfigurata e moltiplicata in un paese di sogno.
Il dialogo con la storia, con le memorie, diventa
un “unicum” con il territorio, proposto nel video
proiettato su un magico telero steso nella Piazza.
E le luci della notte rendono ancor pił l’incanto
dell’opera d’arte multimediale.
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