Il Gioco delle Parti nel Segno della Liberta’
Una rappresentazione esistenziale, elaborazione su un
tema altamente morale. Tra meditazione e moto dell’anima,
il monumento ai "Sette di Gottinga" si
caratterizza in un’altissima tensione interpersonale
tra i personaggi pronti, a distanza di un secolo e
mezzo, a testimoniare la memoria di un evento che la
Storia non può cancellare. La Storia non si rivela mai
"magistra": il sentimento della libertà deve
continuamente essere ribadito, perchè costantemente
vilipeso. Emerge con chiarezza la motivazione ispirativa
che narra della protesta di quei sette professori di
Gottinga. I loro nomi sono impressi a lettere di fuoco
nelle pagine della Storia che parla della Libertà di
pensiero e di espressione.
L’antefatto. Nel 1837,
sette docenti dell’antica Università di Gottinga
attuarono una ferma protesta contro la violazione della
Costituzione da parte del re Ernst August; La ribellione
all’autorità regale costò a tutti la revoca dell’incarico
d’insegnamento e tre professori dovettero lasciare il
Regno di Hannover. Ma non fu vano il loro esilio. Per il
grave scandalo che seguì l’atto dispotico del
sovrano, nel 1848 l’Assemblea di Francoforte venne
convocata al fine di scrivere una nuova Costituzione e
uno dei "Sette", il professor Dahlmann, vi svolse un
ruolo di rilievo.
Floriano Bodini ha interrogato la Storia e ha tradotto
nel bronzo del grandioso monumento l’inquietante forte
messaggio derivato dalla vicenda, che travalica il
momento cronologico per assumere significazioni
universali. In un preciso "gioco delle parti", l’artista
ha inteso creare una scultura d’immediata
leggibilità, in cui ogni uomo riconosca l’evidenza
dell’evento e ne tragga monito. La singolare
accentuazione degli schemi rappresentativi nella
scultura di Bodini, fin dagli esordi negli Anni
Cinquanta, ha sempre travalicato l’imprinting tematico
per connotarsi come risposta morale nell’insistito
ricorrere della meditazione ontologica.
Il Kuratorium del Concorso ha valutato i 26 progetti
presentati da artisti tedeschi e di altra nazionalità
invitati a lavorare attorno al monumento da dedicare ai
"Sette di Gottinga", da collocare nella piazza
antistante la sede della Dieta del Land della Bassa
Sassonia, in Hannover.
La situazione plastica monumentale prodotta da Bodini
ha ottenuto il massimo del riconoscimenti, prevalendo
sulle altre ideazioni di svariata estrinsecazione
stilistica.
Lo scultore italiano ricostruisce la vicenda in un
raccontare sublimato tra dramma storico e dramma del
singolo, individualmente vissuti nella condizione di
uomo e, nel contempo, prestati alla grande
teatralizzazione della Storia. La misura del vivere,
come sempre in Bodini, attinge alla Storia, facendosi
portatrice di sfide, che resistono al tempo contingente,
rinnovandosi di continuo nella lettura attraverso l’individuo.
Il "Pontefice" del 1966 in bronzo già preannuncia
la grande statua lignea "Ritratto di un Papa" (1968)
dei Musei Vaticani, tematica culminata nel fiammeggiante
"Paolo VI" del Sacro Monte di Varese, in una
differente ma sempre profonda accentuazione della
Storia, Il pastore di anime, in un’intensa carica di
umanità, muove la riflessione sul tempo storico di pari
passo all’inquietudine dell’uomo, in un procedere
plastico fuori da ogni classicita’.
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